MONUMENTO A CARLO PISACANE


MONUMENTO A CARLO PISACANE
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Carlo Pisacane nacque a Napoli il 22 agosto 1818 dal duca Gennaro Pisacane di San Giovanni e da Nicoletta Basile de Luna di famiglia aristocratica, e morì a Sanza il 2 luglio 1857. Pisacane fu un rivoluzionario e patriota italiano, ideologicamente vicino al socialismo libertario; corrente che considerava la libertà come valore fondamentale anteponendola ad ogni forma di autorità e legge.


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Il 3 aprile 1826 il padre Gennaro, muore, lasciando la famiglia in precarie condizioni economiche che costringono la madre Nicoletta a sposare il generale Michele Tarallo. A 14 anni Carlo entrò nel collegio militare della Nunziatella, i cui studi caratterizzarono la personalità idealista del Pisacane. Alcuni storici lo definiscono per questo uno dei primi fautori dell'utopia egualitaria. 


Dopo molti anni, sposò il suo vecchio amore di gioventù, Enrichetta Di Lorenzo, da cui ebbe due figlie Carolina e Silvia anche se purtroppo, la primogenita Carolina, morì prematuramente. 


VILLA COMUNALE E MONUMENTO A PISACANE: COM'ERA




Arrivavano intanto notizie riguardo le azioni di Garibaldi in Sud America nel 1846; il generale infatti era impegnato in battaglie per l'indipendenza di quei popoli. 
Pisacane ammirato, firmò, insieme ad altri ufficiali, la sottoscrizione per "una sciabola d'onore" da dare in dono all'eroe. 
Dopo aver vissuto anni tormentati e dopo aver trascorso un lungo periodo lontano da casa, viene successivamente a conoscenza dell'imminente rivolta antiaustriaca nel Lombardo-Veneto e decide di tornare in patria per offrire i suoi servigi come militare esperto. 
In Veneto e in Lombardia combatte contro gli Austriaci come capitano comandante la 5a Compagnia Cacciatori dei Corpi Volontari Lombardi; a Monte Nota viene ferito ad un braccio. Successivamente, verrà raggiunto da Enrichetta Di Lorenzo a Salò che lo assiste e lo cura.
Partecipa come volontario nelle file piemontesi alla Prima Guerra di Indipendenza che non sortì però, i risultati sperati. 


Una volta subita la sconfitta piemontese, Pisacane si trasferisce a Roma dove partecipa insieme a Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli alla breve ma importante esperienza della Repubblica Romana. 
Il 25 giugno 1857 dopo aver fatto un primo tentativo nello stesso mese, ma fallito, Carlo Pisacane insieme ad altri 24 patrioti si imbarca a Genova sul piroscafo Cagliari diretto a Tunisi. La nave viene dirottata verso Ponza, dove Pisacane insieme ai suoi compagni riesce a liberare i 323 prigionieri presenti nel carcere. Il 28 giugno 1857, la nave si troverà a Sapri, il 30 a Casalnuovo, il primo luglio a Padula, dove si scontreranno con i soldati borbonici che, aiutati dalla popolazione, riusciranno ad avere il sopravvento sui rivoltosi. Il Pisacane e più di 80 superstiti si vedranno costretti a scappare a Sanza. Qui, il giorno seguente, il parroco don Francesco Bianco farà suonare le campane per avvertire il popolo dell'arrivo dei "briganti". 
Fu così che si vede conclusa la sfortunata storia di questa insurrezione. I popolani infatti, aggrediscono i rivoltosi trucidandoli. Il 2 luglio 1857 morirà anche lo stesso Carlo Pisacane, alla giovane età di 38 anni. I pochi superstiti verranno processati e condannati a morte: la pena verrà in seguito commutata in ergastolo.


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