BUON PASTORE


BUON PASTORE
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Il Buon Pastore, già completato nel 1913, si trova al centro del paese ed è una struttura in stile Liberty sudamericano, che è stata lasciata alla cittadina dal Cavalier Giuseppe Cesarino, benefattore di Sapri, che ha avuto la bontà di dare in dono alla baia, anche il complesso Santa Croce costituito dalla Chiesa e la scuola, e dinanzi anche la Specola, osservatorio astronomico fortunatamente riaperto al pubblico da un paio d’anni, soprattutto nel periodo estivo. 




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Inizialmente, tra il 1913 e il 1923  l’attuale Buon Pastore, era stato utilizzato dallo stesso Cesarino come residenza privata; all’interno dell’edificio infatti, sono presenti scorci, opere architettoniche e arredi risalenti agli inizi del ‘900, e precisamente al primo piano, tutt’ oggi esiste ancora il suo studio, sul cui soffitto sono affrescate scene del viaggio dantesco, essendo egli molto ammirato dallo scrittore fiorentino, e proprio grazie all’ “Amore che move il Sole e le altre stelle” il Cesarino prese ispirazione, lasciando la sua residenza alla Congrega di Carità di Sapri.  


La struttura si sviluppa su diversi livelli; a fare da tetto, ci sono spioventi colorati di un grigio scuro e sulla parte posteriore dell’edificio, troviamo una torretta ottagonale, che contrassegna la parte più elevata della residenza. Un accogliente giardino circonda il lato sud-est della dimora, e numerose finestre e balconi con le rispettive balaustre, danno luminosità e aria. Sia finestre che balconi sono sormontati da piccole architravi, talvolta lineari, talvolta arcuate che aggiungono gusto e stile alla facciata. 

I PROSPETTI NEI DOCUMENTI DELL'EPOCA

Buon Pastore - facciata a nord
Buon Pastore - facciata ad ovest



Facciata appunto, interamente rivestita da un intonaco chiaro, che contribuisce a dare candore al fabbricato e che presenta un bugnato più marcato nella parte inferiore, affievolendosi man mano in altezza, per poi scomparire del tutto, sull’ultimo livello in cui l’intonaco è completamente liscio. 
Da oltre 80 anni, la residenza viene utilizzata dalle Suore bigie Elisabettine del terzo ordine francescano per ospitare anziani, malati e i poveri. Ed era proprio questa la volontà del Cavaliere, che tentò, tramite questo lascito, di aiutare i più deboli e i più sfortunati. 




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