IL BORGO DI SAN SEVERINO


IL BORGO DI SAN SEVERINO
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Il colle di San Severino era parte delle terre del Principato di Salerno, ultima roccaforte longobarda in Italia. La parete nord - est si eleva a precipizio sulla riva destra del fiume Mingardo che scorre verso il mare attraverso la "Gola del Diavolo". In corrispondenza sulla riva sinistra s’innalza il massiccio del monte Bulgheria. Per la sua posizione strategica i Longobardi vi edificarono una torre a base quadrataper la difesa del territorio confinante a sud con la regione dell’Italia meridionale sottoposta ancora all’Impero Bizantino. Questa torrefu costruita sull'estremità del colle verso il monte Bulgheria e la Valle del Mingardo in una posizione dalla quale era possibile controllare importanti vie di comunicazione.
L’area circostante il colle di San Severino con la valle del Mingardo, dal 1077 al 1189 è stata sottoposta alla dominazione del Normanni. Dal 1189 al 1268 gli successero gli Svevi cui subentrarono gli Angioini fino al 1442, quindi gli Aragonesi (1442 – 1503) e gli Spagnoli (1503 - 1707). Intorno al X – XI secolo, dopo avere costatato che la sola torre non era sufficiente a controllare e difendere la valle e le vie del Mingardo, si costruì, sul colle, una fortezza: il “Castello di San Severino”. 



Intorno a questa fortificazione crebbe e si sviluppò l’abitato. La posizione del castello, in cima all’estremità ~ nord – ovest della sella del colle, lo rendeva imprendibile dai due lati a precipizio sulla gola del diavolo. Gli altri lati erano protetti dall’insieme delle abitazioni del borgo costruite i maniera tale da formare una cintura a difesa della piazzaforte.Il castello, opportunamente rinforzato, rappresentò il perno della linea difensiva eretta dagli Angioini, contro gli Aragonesi, durante la “Guerra del Vespro” (1282 – 1302; 1313 – 1372). Questo conflitto ebbe profonde ripercussioni sull’assetto feudale del territorio, oggi di pertinenza del Comune di Centola, i cui casali, Centola, Foria e San Severino, confluirono nella “Baronia di Sanseverino”. Nel 1291 il re Carlo II d’Angiò, riassegnò la baronia a Tommaso Sanseverino dell’omonima antica e potente famiglia, ramo di Marsico.


Il colle di San Severino con il suo castello costituì un caposaldo molto importante dal quale gli attacchi degli assedianti furono sempre respinti. Nel 1404 Francesco Morra divenne feudatario della baronia di Sanseverino e dei suoi casali, San Severino, Centola, Foria e Poderia. Questo feudo fu detenuto dai Morra sino ai primi decenni del XVI secolo. Nel 1538 il feudo che includeva le terre e il Borgo di San Severino fu venduto da Girolamo Morra ad Annibale Antonini, antenato dello storico settecentesco, Giuseppe autore del famoso trattato “La Lucania”. Dall’atto di vendita si deduceva che all’epoca il castello fosse ancora in buone condizioni.
Con il mutamento delle condizioni geopolitiche il colle di San Severino perse la sua rilevanza strategica. Conseguentementeil castello fu lasciato in balia di una lenta e irreversibile degradazione.Oggi del possente castello di San Severino restano, solo dei ruderi che comunque devono essere protetti e conservati perché testimonianza della storia di un territorio.
Il feudo di San Severino agli inizi del secolo XVII appartenne alla famiglia Tancredi che nel 1628 lo vendette a Gerolamo Albertini, cui nel 1630 fu concesso il titolo di principe di San Severino. Questa famiglia ne rimase intestataria fino all’abolizione della feudalità. 
Nel 1806 San Severino divenne frazione del Comune di Centola. Dal secondo dopoguerra inizia la diaspora dei residenti che in pochi anni portò al completo abbandono del Borgo che nella prima metà del ‘900 contava ~ 400 abitanti.
I cittadini si trasferirono in moderne abitazioni, a valle, nella prossimità della stazione ferroviaria. Nasceva la “Nuova San Severino”. 

Commenti

  1. Tenere più pulito no?

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  2. Questo luogo è’
    Molto affascinante , sembrava sentire le voci dei suoi abitanti percorrendo le strade e le case del borgo ! Andrebbe preservato però!
    Speriamo bene !

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