MASSIMO TROISI
MASSIMO TROISI
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In sua memoria sono state e vengono continuamente dedicate strade, piazze, premi letterari; segno della genialità che Massimo ha lasciato in eredità e che non potrà mai essere dimenticata.
E’ nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (comune a pochi chilometri da Napoli), dal padre Alfredo (ferroviere) e dalla madre Elena Andinolfi (casalinga). Era il penultimo di sei fratelli, e aveva vissuto per molti anni in una casa in cui oltre a lui, i suoi genitori e i suoi cinque fratelli vivevano anche i due nonni, due zii e ben cinque cugini.
“Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine”.
Questo, era l'ambiente in cui era nato e cresciuto, e la stessa atmosfera calda ed accogliente, si ritroverà spesso in molti dei suoi film.
Roma, città aperta, film del grande Roberto Rossellini, sarà la ragione per cui si innamorò tanto del cinema e la stessa ragione per cui in modo un po' sfiduciato, alla fine della pellicola dirà:
Roma, città aperta, film del grande Roberto Rossellini, sarà la ragione per cui si innamorò tanto del cinema e la stessa ragione per cui in modo un po' sfiduciato, alla fine della pellicola dirà:
“Massimo, tu da grande devi fa' 'o geometra!”.
L'AMORE PER IL CALCIO E LA BENEFICENZA
DA UN RACCONTO DEL FRATELLO LUIGI
Alla parete di un piccolo spazio ci sono le foto di Massimo di quando era ragazzino, poi piccolo studente ed infine adolescente.
Estremamente toccante è il contrasto che nasce tra due fotografie poste l'una accanto all'altra in cui si vede un Massimo nei suoi primi giorni di vita e quella in cui si vede l'attore a poche ore dalla sua morte, scattata per immortalare la fine delle riprese del suo ultimo film Il Postino.
Massimo era una persona dall'animo buono e gentile e lo stesso Gerardo Ferrara, che è stato scelto come sua controfigura in alcune scene del film Il Postino, e che Troisi accoglierà con un “E tu mo ti fai vedere?” durante le ultime riprese, lo ricorda così: “ Mi spiegarono il lavoro da fare e mi chiesero di girare una scena. E, con mia grande meraviglia, subito dopo lo stop, Massimo mi sorrise e mi abbracciò di nuovo. Quell’incontro mi ha fatto capire come la grandezza delle persone si manifesti nella loro semplicità e umiltà”. Con la stessa semplicità Luigi Troisi vi aspetta nella sede dell’Associazione a San Giorgio a Cremano – Villa bruno per ricordarlo e insieme rincorrere gli aneddoti che lo hanno reso famoso e le emozioni che inevitabilmente si provano in un ambiente che “parla” di lui.
I giorni di apertura al pubblico sono sabato e domenica mattina dalle ore 11,00 alle ore 13,00.
Ingresso gratuito.
VI ASPETTIAMO!!!
In un articolo di giornale de “Il Mattino”, il cittadino saprese Ferrara dice: “Massimo era molto provato, ma è riuscito a girato tutto il film. E, nonostante la malattia, aveva sempre un sorriso e una forte sensibilità verso tutti. […] Al di là della splendida esperienza che ho vissuto, il mio orgoglio più grande è di aver contribuito a rendere meno faticoso il suo lavoro in un momento molto particolare della sua vita . Ed è stato lo stesso Massimo a testimoniare questa mia convinzione in una dedica che mi fece sul libro di scena delle Poesie di Neruda». Un volume che il professore saprese custodisce gelosamente e dove, in una delle prime pagine, si legge: “A Gerardo per la disponibilità, la pazienza e l’abnegazione con la quale ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro sul film il Postino. Ti auguro mille successi e grazie”.
Una volta arrivata a Salina, Elena, la moglie di Gerardo Ferrara, annunciò al marito l'arrivo del loro primo figlio, e scherzosamente Massimo, ogni volta che la incontrava sul set le chiedeva: “Come sta Pablito?”. Massimo però non saprà mai che quel bambino, non sarà battezzato in quel modo, ma che invece in suo ricordo, avrà il suo stesso nome.
VIDEO TRAILER CASA DI MASSIMO TROISI
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