MASSIMO TROISI



MASSIMO TROISI
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La carta di identità di Massimo Troisi, nato a San Giorgio a Cremano (Na) il 19 febbraio del 1953.



Roma, 4 giugno 1994. Apparentemente questa data potrebbe sembrare senza significato, ma in effetti ha segnato la fine di un percorso. Quel percorso condiviso con una persona che ancora oggi l'Italia, beh...il mondo intero ricorda con amore: Massimo Troisi. 





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In sua memoria sono state e vengono continuamente dedicate strade, piazze, premi letterari; segno della genialità  che  Massimo ha lasciato in eredità e che non potrà mai essere dimenticata.
E’ nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (comune a pochi chilometri da Napoli), dal padre Alfredo (ferroviere) e dalla madre Elena Andinolfi (casalinga). Era il penultimo di sei fratelli, e aveva vissuto per molti anni  in una casa in cui oltre a lui, i suoi genitori e i suoi cinque fratelli vivevano anche i due nonni, due zii e ben cinque cugini.







“Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine”.




Questo, era l'ambiente in cui era nato e cresciuto, e la stessa atmosfera calda ed accogliente, si ritroverà spesso in molti dei suoi film.
Roma, città aperta, film del grande Roberto Rossellini, sarà la ragione per cui si innamorò tanto del cinema e la stessa ragione per cui in modo un po' sfiduciato, alla fine della pellicola dirà:


“Massimo, tu da grande devi fa' 'o geometra!”.


Locandina originale dell'esordio alla sceneggiatura di Massimo Troisi con Ricomincio da Tre, indimenticabile film che meriterà due David di Donatello, tre Nastri d'Argento e due Golden Globe.



La vera carriera però, inizierà più tardi, dopo il diploma di geometra e il 1969 è l'anno della svolta. Inizia a recitare con alcuni amici nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant'Anna, luogo in cui conosce anche Lello Arena, collega che gli farà da spalla durante quasi tutto l'arco della sua carriera. Due anni più tardi si inserisce anche  Vincenzo Purcaro, che assumerà il nome d'arte di Enzo De Caro, e con lui e Lello Arena nel 1976 formeranno il trio “La Smorfia”. 


La loro unione li renderà famosi non solo a Napoli, ma anche alla radio e in tv, con i loro tipici sketch partenopei, tra cui l'Annunciazione in cui Troisi veste i panni dell'umile moglie di un pescatore, scambiato da Lello Arena (che ricopre il ruolo dell'Arcangelo Gabriele) per la Vergine Maria.



Nel 1981 con la collaborazione della sceneggiatrice Anna Pavignano, entrerà nel mondo cinematografico con il film  Ricomincio da tre, vincendo due David di Donatello, tre Nastri d'argento e due Globi d'oro. Il film ebbe tanto successo che una sala di un cinema di Porta Pia, a Roma,  tenne in cartellone la proiezione per più di seicento giorni.


LE LOCANDINE ORIGINALI DEI SUOI INDIMENTICABILI FILM



Da questo momento Trosi gira numerosi film come attore, e regista, cioè Scusate il ritardo, Non ci resta che piangere, con la  collaborazione di Roberto Benigni, Credevo fosse amore e invece era un calesse



Con la regia di Ettore  Scola ha girato Il viaggio di Capitan FracassaSplendor, pellicola grazie a cui incontrò Marcello Mastroianni, attore che diventò suo sincero amico e con cui girò anche Che ora è. C’è stata anche la partecipazione al film della regista Cinzia TH Torrini  Hotel Colonial,(produzione americana) ed infine Il Postino, con la regia di Michael Radford.
Tutti i film hanno contribuito a farlo apprezzare dal pubblico  non solo italiano ma anche internazionale.
Durante le riprese de Il Postino Massimo andò in America per un viaggio di piacere e come faceva sempre passò per l’Ospedale di Houston dove 20 anni prima era stato operato dal famoso cardiochirurgo americano Cooley per la sostituzione di una valvola cardiaca. In quell’occasione gli venne proposto di completare l’intervento al cuore con la sostituzione dell’altra valvola. L’operazione riuscì ma il suo corpo non rispose al meglio e quindi portò a termine, con non poca difficoltà, le scene del suo ultimo film, la sera del 3 giugno 1994. Il pomeriggio del giorno successivo, a casa di sua sorella ad Ostia, a soli quarantuno anni, Massimo ci lasciava!

IL POSTINO, IL SUO CAPOLAVORO
COPIONE ORIGINALE DEL FILM







In Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, terra natia dell'attore, da parte del fratello Luigi è stata costituita l’associazione “A casa di Massimo Troisi”, che ha la finalità di Capire, Conoscere e Custodire il patrimonio artistico ed umano del nostro grande attore e soprattutto grande amico.
Si tratta della ricostruzione quasi fedele della sala “hobby” che aveva al piano terra della sua casa romana ai Parioli.
C’è  quel salotto da cui Massimo rilasciava le interviste ai vari giornalisti e dove si accompagnava  ai suoi veri e più cari amici.
Pur se  ha avuto successo, fama, prestigio, Massimo è rimasto sempre la stessa semplice persona, un uomo umile e gentile che non aveva mai dimenticato e accantonato le sue origini.




L'originale, celebre bicicletta de Il Postino


Non aveva mai imparato a suonare uno strumento musicale ma ne possedeva più di uno per creare un’atmosfera di accoglienza goliardica  per i suoi amici che erano noti artisti. Era lì che Massimo voleva stare, lontano dai riflettori, lontano dalla vita mondana.



Nella sede dell’associazione sono esposte  tutt’intorno alle pareti fotografie personali ed artistiche, locandine dei suoi film e  quadri che lo raffigurano nelle più varie espressioni.
L'atmosfera è suggestiva: i suoi divani, il suo arredo di vimini, i suoi soprammobili, i giochi da tavola, i libri letti,  i ricordi, le dediche e i souvenir dei set cinematografici .
Collocata in un angolo ben illuminato c’è la famosa bicicletta utilizzata per il film Il Postino con accanto  il  copione di Massimo, rigorosamente scritto a macchina come si usava fare una volta.
Altro angolo molto rappresentativo per lui che amava il calcio e che amava il suo Napoli è quello in cui si trova il suo corredo sportivo da capitano della Nazionale Calcio Attori, le cui partite “del cuore” gli hanno permesso di aiutare i bambini cardiopatici.





L'AMORE PER IL CALCIO E LA BENEFICENZA
DA UN RACCONTO DEL FRATELLO LUIGI






Solo alcuni tra i premi di una carriera intera di Massimo Troisi, conservati a Casa di Massimo








Alla parete di un  piccolo spazio ci sono le foto di Massimo di quando era ragazzino, poi piccolo studente ed infine  adolescente.
Estremamente toccante è il contrasto che nasce  tra due fotografie poste l'una accanto all'altra in cui si vede un Massimo nei suoi primi giorni di vita  e quella in cui si vede  l'attore a poche ore dalla sua morte, scattata per immortalare la fine delle riprese del suo ultimo film Il Postino.




Massimo era una persona dall'animo buono e gentile e lo stesso Gerardo Ferrara, che è stato scelto come sua controfigura in alcune scene del film Il Postino, e che Troisi accoglierà con un “E tu mo ti fai vedere?” durante le ultime riprese, lo ricorda così: “ Mi spiegarono il lavoro da fare e mi chiesero di girare una scena. E, con mia grande meraviglia, subito dopo lo stop, Massimo mi sorrise e mi abbracciò di nuovo. Quell’incontro mi ha fatto capire come la grandezza delle persone si manifesti nella loro semplicità e umiltà”. Con la stessa semplicità Luigi Troisi vi aspetta nella sede dell’Associazione a San Giorgio a Cremano – Villa bruno per ricordarlo e insieme rincorrere gli aneddoti che lo hanno reso famoso e le emozioni che inevitabilmente si provano in un ambiente che “parla” di lui.
I giorni di apertura al pubblico sono sabato e domenica mattina dalle ore 11,00 alle ore 13,00.


Ingresso gratuito.


VI ASPETTIAMO!!!







In un articolo di giornale de “Il Mattino”, il cittadino saprese Ferrara dice: “Massimo era molto provato, ma è riuscito a girato tutto il film. E, nonostante la malattia, aveva sempre un sorriso e una forte sensibilità verso tutti. […] Al di là della splendida esperienza che ho vissuto, il mio orgoglio più grande è di aver contribuito a rendere meno faticoso il suo lavoro in un momento molto particolare della sua vita . Ed è stato lo stesso Massimo a testimoniare questa mia convinzione in una dedica che mi fece sul libro di scena delle Poesie di Neruda». Un volume che il professore saprese custodisce gelosamente e dove, in una delle prime pagine, si legge: “A Gerardo per la disponibilità, la pazienza e l’abnegazione con la quale ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro sul film il Postino. Ti auguro mille successi e grazie”.
Una volta arrivata a Salina, Elena, la moglie di Gerardo Ferrara, annunciò al marito l'arrivo del loro primo figlio, e scherzosamente Massimo, ogni volta che la incontrava sul set le chiedeva: “Come sta Pablito?”. Massimo però non saprà mai che quel bambino, non sarà battezzato in quel modo, ma che invece in suo ricordo, avrà il suo stesso nome.






















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