CASTELLAMMARE DI STABIA


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Il primo insediamento che prese il nome di Stabiae, si sviluppò intorno alla collina di Varano, un costone roccioso a picco sul mare. Tra il 91 e l’88 a.C. Stabia fu assediata da Lucio Cornelio Silla e completamente rasa al suolo, diventando porto di Nuceria. A questo punto fu immediatamente ricostruita, ma come luogo di villeggiatura per i patrizi romani che costruirono ville sontuosissime con l’aggiunta di palestre, terme, mosaici e affreschi ancora oggi riconosciuti come alcuni tra più interessanti dell’arte romana. 
Se nel 62 d.C. la città fu devastata dal terremoto, durante l’eruzione del Vesuvio del 79 Stabia fu ricoperta da una fitta coltre di cenere, costando la vita a molte persone, tra cui Plinio il Vecchio, avvelenato molto probabilmente dalle esalazioni tossiche del vulcano, all’età di 56 anni. 
Finalmente, dopo aver subìto anni di dominio da parte di Svevi e Aragonesi, nel 1731 Stabia fu possedimento di Carlo III di Borbone, diventando una delle città più floride del Regno di Napoli: furono aperti i primi cantieri navali, poi la Corderia e nel 1749 si iniziarono i lavori di scavo per riportare alla luce le antiche ville romane. A partire dal 1845, la città fu dotata della linea ferroviaria che collegava direttamente alla città di Napoli. 


Oltre ad essere conosciuta per le sue sorgenti d’acqua solforose, carbonato-calciche e medio-minerali, maestoso si innalza il Castello medioevale, poi la Reggia Quisisana abitata che da Gioacchino Murat e Paolina Bonaparte, favolosi sono gli scavi che hanno riportato alla luce ville romane straordinarie. 
Non trascurando i templi (quasi completamente rasi al suolo), la Necropoli col ritrovamento di 300 tombe e il cimitero benedettino chiamato “Grotta di San Biagio”, particolare attenzione meritano le ville d’otium e le ville rustiche, tra cui la Villa del Pastore in cui è stata ritrovata una statuetta raffigurante un pastore appunto, Villa San Marco  chiamata così per la Chiesa a lui dedicata, è la villa d’otium più grande dell’antica Campania, probabilmente appartenente ad un liberto di nome Narcissus, o alla famiglia dei Virtii i quali avevano dei sepolcri in prossimità della costruzione. Troviamo poi Villa Arianna (così chiamato per il ritrovamento dell’affresco del Mito di Arianna all’interno del triclinio), che è la villa d’otium più antica di Stabiae, risalente al II sec. d.C. 


All'interno sono stati ritrovati gli affreschi più importanti di Stabiae raffiguranti figure mitologiche di Medea, Diana e Flora; quest’ultima conosciuta anche come la primavera” era la più famosa, tanto da diventare il simbolo di Stabia in Italia e all’estero. 
Incredibilmente belli sono gli ambienti termali della villa e poi ancora il giardino, di sicuro il meglio conservato al mondo poiché sono ancora ben visibili le tracce delle piante presenti al momento dell’eruzione.  


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