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Secondo alcune fonti, il nome della città, deriverebbe dai “portici” dell’antica Ercolano, altri invece sostengono che Portici sia stata fondata dai Romani nelle vicinanze della villa di Quinto Ponzio Aquila, nobile congiurato contro Cesare, caduto nella battaglia di Modena del 43 a.C. 
E’ stato ritrovato, sotto gli scavi di Palazzo Mascabruno, il reperto raffigurante un’aquila, diventato poi stemma della città il quale reca al di sotto degli artigli le iniziali “Q.P.A.”. 

Dopo essere stata a lungo luogo di villeggiatura da parte dei nobili romani, nel 1415, la Regina Giovanna II, cedette Portici ed altre città vesuviane, al nobile Sergianni Caracciolo, in cambio di denaro. Dopo di lui, le famiglie Carafa e Magliano si succedettero fino ad arrivare al 1631, anno in cui la città fu completamente danneggiata dall’eruzione del Vesuvio; da questo momento in avanti Portici avrà un periodo di rifioritura, ricchezza e autonomia grazie a Re Carlo III di Borbone che nel 1738 decise di costruire qui il suo Palazzo Reale. Numerosi nobili seguirono il suo esempio, edificando molte abitazioni che avrebbero preso il nome di “Ville Vesuviane del Miglio d’Oro”, chiamato così dapprima per la presenza di arance e limoni, poi associandone il valore delle ricchezze delle ville settecentesche.

Il 3 ottobre 1839 ci fu l’inaugurazione del primo tratto ferroviario italiano con la linea Napoli-Portici lunga 7411 m e percorsa per la prima volta in 11 minuti da due locomotive gemelle: la Bayard e la Vesuvio, progettate dall’ing. Armand Bayard de la Vingtrie. 
Uno dei luoghi più suggestivi di Portici, è il Porto del Granatello chiamato così per la grande piantagione di melograni all’epoca, fatto costruire da Re Carlo III per impedire gli attacchi dei nemici dal mare. Questo che inizialmente era solo un piccolo fortino, fu poi ampliato e modificato dal Re Ferdinando II nel 1774 costando più di 30000 ducati, una quota altissima per l’epoca, i cui lavori finirono nel 1780 grazie all’ing. Carrabba.
Tra i luoghi di interesse religioso troviamo la Cappella Landriani, la Cappella Reale voluta da Re Carlo di Borbone e dedicata alla Madonna Concezione, la Basilica di San Ciro in cui hanno lavorato Luca Giordano e Domenico Antonio Vaccaro. Di seguito la Chiesa di San Pasquale al Granatello e la Chiesa di Sant’Antonio il cui convento con l’annessa chiesa, rappresenta il luogo id culto più antico della città. 

Museo Nazionale delle Ferrovie visto dal mare


Proseguiamo poi con il Museo Nazionale Ferroviario (il complesso delle officine borboniche di Pietrasanta), l’Orto Botanico che ospita numerose e rarissime piante indigene e gli sfarzosi e bellissimi Palazzi vesuviani tra cui Villa Mascolo, Villa Maltese, Villa d’Elboeuf, Palazzo Amoretti, Palazzo Buono, Palazzo Capuano solo per citarne alcuni. 
Straordinario esempio di arte Barocca è la Reggia di Portici fatta costruire nel 1738 da Ferdinando III di Borbone. All’interno, lavoreranno artisti del calibro di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Giovanni Medrano ed altri artisti che hanno arricchito il palazzo aggiungendo decori e sculture. 
Orto Botanico - Reggia Borbonica



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