PALAZZO RINALDI
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Testo e immagini a cura di Maurizio Rinaldi
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Il palazzo Rinaldi, costruito e terminato nel 1792 da Agostino Rinaldi, censito dall’Istituto Italiano dei Castelli, è un esempio di edificio fortificato di Palinuro. Esso costituisce un esempio interessante di architettura civile con secondarie funzioni difensive: originariamente di forma quadrangolare, l’edificio mostra ai vertici del nucleo originario, in sommità, quattro piccole garitte aventi forma di parallelepipedo, recanti ancora i segni di qualche feritoia archibugiere.
A Palinuro, tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700, sorgeva un piccolo villaggio composto di poche case perlopiù collocate nelle adiacenze della centrale piazzetta Virgilio che poneva fine al piccolo villaggio poiché oltre rimanevano solo uliveti. Per raggiungere questo primo nucleo abitativo si doveva percorrere un tratturo che più o meno seguiva l’odierno tracciato di Via Indipendenza. Tra i primi edifici a essere costruiti lungo quel tracciato si annovera una residenza della famiglia Rinaldi che da sempre è indicata come il “Palazzo” poiché le sue dimensioni erano maggiori rispetto a tutte le altre abitazioni dell’epoca, avendo di pari grandezza solo il palazzo Pappacoda - Murat.
Il palazzo Rinaldi era composto di quattro livelli: piano terra, sotto il livello della strada destinato a cantine, ove si tenevano gli orci per l’olio e le botti, adiacenti a queste il frantoio, un primo e secondo piano destinati ad abitazione e infine un’alta soffitta dotata di quattro grossi abbaini sopraelevati, due rivolti verso terra e due a lato mare. Inoltre, esso presenta quattro torrini, agli angoli del corpo di fabbrica. muniti di feritoie sui tre lati liberi dalle quali si potevano anche utilizzare armi da fuoco a scopo di difesa. Nel salone del piano terra si apprezza un grande caminetto composto di diversi blocchi in pietra arenaria giustapposti. Nella pietra centrale del caminetto vi è un fregio al cui centro è inciso il giglio dei Borbone, che era poi anche il fregio della bandiera del regno di Napoli. Il palazzo Rinaldi non era abitato stabilmente dalla famiglia che per lo più dimorava a Centola. Molto probabilmente a Palinuro vi risiedevano durante l’estate, ma non stabilmente, poiché gli interessi agricoli che avevano nei loro poderi, facevano propendere per soggiorni non continuativi. Dalla fine del XIX e l’inizio del XX secolo nel Palazzo Rinaldi furono ospiti di Luigi Rinaldi, prima il prof. Ferdinando Borsari e poi il prof. Angelo Zuccarelli, illustri paleontologi invitati a compiere scavi sistematici nella grotta delle ossa di Palinuro, che come l’intera collina di Molpa era proprietà Rinaldi. I risultati delle ricerche furono pubblicati su importanti riviste e testi scientifici.
Negli anni che seguirono alla fine della Grande Guerra l’onorevole Giovanni Cuomo, amico dei Rinaldi, presenterà loro uno studioso dell’archeologia, l’aristocratico Umberto Zanotti Bianco, che diverrà grande amico di Antonio Rinaldi, il “dueno”. Le sue visite e soggiorni a casa Rinaldi, dagli anni trenta, saranno frequenti, molte volte in compagnia della prof.ssa Paola Zancano Montuoro.
Testo e immagini a cura di Maurizio Rinaldi
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