LE CITTA' ARCAICHE DI PALINURO E MOLPA


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Verso la fine degli anni ‘40, durante una campagna di scavi (già iniziata nel 1939) sulla collina di San Paolo che sovrasta l’abitato di Palinuro,l’archeologo,P. C. Sestieri, scoprì una vasta e antica Necropoli. L’analisi dei reperti recuperati (tra cui, crateri e anfore attici, vasi e brocchette, anfore con decorazioni geometriche, crateri di forma calcidese, fibule di bronzo, e altro),datati al decennio 530 - 20 a. C.,portò alla conclusione che questa necropoli afferisse a una civiltà italica pre – greca. Inoltre la sua estensione indicava la presenza di un’antica e popolosa città i cui abitanti, indigeni, probabilmente discendevano dagli Enotri.
L’altura di San Paolo (Tempa della Guardia), a ovest guarda il mare mentre a est degrada verso il corso inferiore del Fiume Lambro che separa il promontorio di Palinuro dalla collina della Molpa.Con il toponimo Molpa (dal nome che nella mitologia greca era dato alla sirena Molpé (la leggiadra) i greci usavano designare il tratto terminale del corso del fiume Lambro e l’area intorno alla sua foce. Gli scavi non hanno evidenziato la presenza, significativa, di oggetti di età più recente utile a dimostrare la continuità della vita nella città cui afferiva la necropoli. 
Da queste osservazioni gli archeologi hanno formulato l’ipotesi che l’area sia stata colpita e devastata da una qualche terribile calamità (terremoto, alluvione, epidemia di peste) a seguito della quale i supersiti dopo avere data sepoltura ai caduti abbiano abbandonato la zona per luoghi ritenuti più sicuri.


E. Greco, nel 1975, avanza una sua prima ipotesi fondata sulla accettazione della tesi dell’esistenza di due città fisicamente separate tra loro che vedeva la città di Molpa, in località San Paolo e quella di Palinuro nell’area del Belvedere alle falde dell’altura del Faracchio. Nel 1996 sempre E. Greco, alla luce di più recenti scavi, propone una nuova congettura in base alla quale, escludendo che potessero esserci due diverse città Palinuro e Molpa legate da Symmachia, ipotizza l’esistenza di una sola città arcaica a Tempa della Guardia dal nome italico di “Molpa”. Conseguentemente la scritta “Pal”che compare sugli stateri indicherebbe che la città di Molpa si trova sul promontorio che i greci chiamavano Palinuros (la dove gira il vento). 
F. Barra sembra accettare l’ipotesi dell’esistenza di due distinte città disponendo però quella di Molpa a sinistra del corso del fiume Lambro nell’area dove ne riporta le rovine la Mappa Aragonese del XV secolo, denominata “Pedale della Molpa” ai margini della Piana. Inoltre egli suggerisce che la foce del fiume Lambro costituisse uno degli approdi (all’epoca un vero e proprio porto canale), più che della Molpa, dell’assai prossima città proto - storica di Palinuro, essendo del tutto isolato dal retroterra e facilmente raggiungibile via terra dagli abitanti di Palinuro attraverso un sentiero, ancora oggi percorribile, che da Piano Faracchio porta agevolmente alla foce del Lambro e alla spiaggia detta della Marinella.



Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli

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