IL BORGO DI PALINURO


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Dalla lettura delle mappe aragonesi di Giovanni Pontano (seconda metà del XV secolo), di tavole del Cinquecento dell’Ordine di Malta e di documenti di età angioina si ricava che l’area del capo Palinuro, nel tardo medioevo, fosse disabitata.
Nel 1554 il nobile spagnolo D. Sancio Martinez de Leyva quando acquistò i feudi di Pisciotta - Palinuro e Molpa costatò che le terre dei suoi possedimenti erano incolte e spopolate a causa delle frequenti incursioni dei pirati Turchi e Barbareschi.
Il de Leyva per provvedere alla sicurezza delle terre del suo feudo e delle vie del mare fece costruire due possenti torri, una sopra la spiaggia della Ficucella e l’altra alla foce del Lambro. Inoltre sulla sommità della collina della Molpa eresse una vera e propria fortezza. Questo sistema s’inserì in un più vasto progetto, voluto dai Viceré di Napoli che prevedeva la costruzione di un complesso di torri di difesa e avvistamento dislocate in punti strategici lungo le coste del regno. Il de Leyva contribuì anche a valorizzare il porto di Palinuro. Infatti, egli non solo vi trasferì la tonnara che era alla Molpa ma avviò anche un’attività imprenditoriale basata sia sulla lavorazione del pescato sia sulla sua commercializzazione. Questi prodotti insieme con olio, vino, grano, legname, mortelle e altro, erano inviati via mare verso i mercati di Salerno e Napoli. Intorno alla seconda metà del Seicento, l’area del porto di Palinuro si caratterizzava per la presenza di due piccoli edifici religiosi (la cappella di S. Giovanni e quella di S. Antonio), una taverna e magazzeni per la conservazione e trasformazione del pesce oltre a una torretta di avvistamento a difesa dell’approdo. 
Nel 1636, Federico Pappacoda, marchese di Pisciotta, Palinuro e Molpa (nel 1622 aveva acquistato anche le terre di Centola) concesse “a censo enfiteutico” il possesso di terreni incolti del feudo ad abitanti di Centola.

Quest’ultimo evento insieme con quelli prima citati determinò un graduale processo di popolamento della zona centro - occidentale del promontorio, confinante a est con il crinale della collina di San Paolo e a ovest con la spiaggia della Ficucella e la torre difensiva voluta da don Sancio.


Nasceva la “Palinuro Moderna”,che nel tempo si sviluppò intorno a quella che oggi è chiamata via indipendenza e che vedeva anche due nuclei abitativi in località Belvedere e Porto Alla crescita di questo piccolo centro concorsero sia contadini sia pescatori addetti alla tonnara del porto.
Inizialmente si formarono dei nuclei rurali scollegati tra loro che in seguito si coagularono in un insieme urbano con la vecchia torre della Ficucella trasformata in un grosso edificio per immagazzinare derrate alimentari e per alloggiare gli amministratori dei Pappacoda, famiglia feudataria fino al 1806, quando la feudalità fu abolita dai governanti francesi che avevano sostituito i Borbone sul Regno di Napoli. Tra i secoli XVIII e XIX l’insediamento assunse le caratteristiche proprie di villaggio. Il decreto di Ferdinando II del 18 settembre 1841 sancisce che la “Marina di Palinuro”, fosse dichiarata frazione dipendente dall’amministrazione comunale di Centola dal 1842. Il borgo di Palinuro cresce e si arricchisce anche d’importanti edifici. In via Indipendenza furono eretti i palazzi della famiglia Rinaldi e Amendola; fu anche costruita la chiesa Parrocchiale (~1842) intitolata a S. Maria di Loreto che fu poi demolita per permettere la costruzione di una nuova e più capiente chiesa.


La strada che dalla chiesa porta al Belvedere fu costruita nel 1897. Il porto fu collegato mediante una strada rotabile con il centro di Palinuro intorno al 1913. Il ponte sul Lambro fu edificato nel 1921 e nel 1929 fu aperta al traffico veicolare la strada che congiungerà Palinuro con Centola e la stazione ferroviaria.Con quest’ultima opera termina l’isolamento del borgo moderno di Palinuro.
Nel 1953, a Palinuro, in un uliveto in località Saline, fu inaugurato il Villaggio del Club Mediterranée. Con l’apertura di questa struttura, internazionale, le bellezze di Palinuro furono scoperte e conosciute oltre che a livello nazionale anche all’estero. 
In pochi anni, Palinuro, un piccolo borgo i cui abitanti vivevano di pesca e agricoltura, si sviluppa e cresce trasformandosi in una località la cui economia è fondata essenzialmente sul turismo. Si realizzano grandi strutture ricettive; l’impianto urbanistico subisce rilevanti cambiamenti.
Nasce la Palinuro Contemporanea.




Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli

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