CENTOLA BASILIANA


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L’emigrazione verso il meridione d’Italia di monaci di rito greco bizantino, chiamati “Basiliani” (seguaci di san Basilio), subì un’accelerazione dal secolo ‘Ottavo a causa sia della persecuzione iconoclasta sia dell’occupazione araba della Sicilia. 
Essi formarono importanti insediamenti costituiti da una diffusa rete di eremi, laure, cenobi/monasteri/badie. Di grande interesse fu quello realizzato nel basso Cilento intorno al massiccio del monte Cellerano (Bulgheria). Nell’area di questo “centro mistico” che andava dal golfo di Policastro al Monte Stella, fu fondata, nelle terre di Centola, la badia di Santa Maria. Un documento del 1086 testimonia di un ricco lascito effettuato dalnormanno Ruggero Sanseverino, signore dell’omonima baronia, a beneficio del cenobio. L’entità dell’elargizione e la mancanza di ragguagli precedenti porta F. Barra a supporre che “si trattasse di una fondazione ex nova, latina e benedettina voluta dai Normanni per controbilanciare la presenza basiliana nella zona”. In seguito la badia di Centola, sorta “autocefalo”, passò dai benedettini ai monaci di rito greco bizantino e tale restò fino alla fine dell’età medioevale divenendo il centro della vita economica e religiosa dei casali vicini. La badia subì più volte l’attacco di pirati saraceni, particolarmente devastanti quelli del 1528 e del 1580, dai quali non si riprese e decadde anche nella sua funzione di guida spirituale. Nel 1795 tra le sue mura si rifugiarono dei rivoltosi antiborbonici; circondata da truppe lealiste, fu incendiata e distrutta.Che il territorio di Centola sia stato interessato e influenzato dall’immigrazione di monaci basiliani si deduce dai toponimi di alcune aree territoriali. Tra queste rientra il monte San Basilio alle cui pendici è adagiato l’antico abitato. Le località Fontanelle e Vallone, dove sorse Centola, sono proprio sul declivio ovest di questo costone che separa la valle del Mingardo da quella del Lambro. I toponimi di chiara origine basiliana sono quelli che riguardano aree agrarie che una volta erano ricche di uliveti e vigneti: S. Basile, S. Sergio, S. Elia, S. Agata, S. Andrea.Indicativi sono i toponimi di strade e quartieri del centro storico di Centola che testimoniano l’origine greca - bizantina del paese. La via principale era denominata “San Basilio in grancella” dove, nel medioevo, con il termine grancella s’indicava uno o più fabbricati rurali adibiti a deposito.Questa strada costeggiava l’omonima antica chiesa parrocchiale e la torre campanaria intersecandosi con via Gelso. Anche il toponimo di quest’ultima strada ricorda i basiliani che introdussero la coltura del gelso bianco le cui foglie rappresentavano il nutrimento dei bachi da seta. 


L’antica chiesa di San Basilio, secondo G. Cammarano, fu edificata alla fine del secolo VIII, fu parrocchia di Centola fino al 1617, data in cui le subentrò la nuova chiesa, di rito latino, intitolata a San Nicola. Dal 1624 la chiesa di S. Basilio, l’omonima strada e rione, presero il nome di “Rosario”. Questo a seguito della donazione fatta dai Pappacoda, principi di Centola, di un quadro che raffigurava la “Vergine del Rosario”. Questa chiesa dopo una serie di crolli per frane e smottamenti, fu abbandonata e per ragioni di sicurezza le restanti mura furono abbattute nel 1846. L’area su cui gravava la chiesa divenne l’odierna piazzetta del Rosario. A testimonianza di questa storica chiesa di rito greco - bizantino rimane solo la torre campanaria che per G. Cammarano fu eretta intorno del IX secolo mentre per F. Barra, essa sarebbe stata costruita nel secolo XII. La torre campanaria fu sottoposta a intervento di restauro conservativo che terminò nel 1991. Non rimane traccia della chiesetta di San Giocondo, che sembra sia stata la prima chiesa (parrocchia) eretta nelle vicinanze della località “Vallone” laddove, nelle adiacenze di una probabile laura basiliana, sorse Centola. Di essa resta solo il toponimo dato alla strada e al fondaco.



Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli

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