SAN NICOLA CHIESA VECCHIA

 LA VECCHIA CHIESA DI SAN NICOLA

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Del vecchio abitato, a seguito della frana del 1963, è rimasto ancora in piedi ed è ancora agibile circa un terzo dei caseggiati che lo componevano. L’antico borgo si estendeva lungo il crinale della collina in direzione nord/sud e si articolava in due file di case quasi parallele, divise tra loro da una via lunga e piuttosto larga, che lo attraversava tutto e aveva, per così dire, la funzione del “cardo maximus” delle antiche città d’epoca romana. Le due file erano interrotte da due ampi slarghi, che sarebbe esagerato definire piazze: l’uno ubicato davanti e sul lato nord dell’antica chiesa parrocchiale, l’altro qualche centinaio di metri più giù. Quest’ultimo, un po’ più spazioso dell’altro, tanto che era definito pomposamente “a chiazza”, divideva in due parti pressoché uguali l’abitato ed era attraversato, dalla metà degli anni ’50 dello scorso secolo, dalla strada provinciale che collegava San Nicola a Caprioli e Pisciotta in direzione sud-ovest e a San Mauro La Bruca e al suo scalo ferroviario in direzione nord-est. Altre brevi viuzze e vicoli dividevano, in linea orizzontale, le due file di case sopra richiamate, dando a quel gruppo di fabbricati addossato l’uno all’altro l’aspetto di un vero borgo, anche se piccolo. Adesso, come già accennato sopra, il cosiddetto “Paese Vecchio” è formato da antichi edifici risparmiati dalla frana del 1963, fiancheggiati da grandi terrazze sostenute da potenti e robusti archi in muratura di pietrame. Non manca qualche grosso portone ad arco con i piedritti e la volta in blocchi di arenaria artisticamente scalpellati. Sulla chiave della volta di uno di questi (palazzo De Luca) vi sono scolpiti uno stemma (leone rampante) e una data (1887). Su un’altra chiave di volta di una casa diruta c’è la data del 1803.


Della vecchia chiesa, intitolata a San Nicola di Mira, si conserva tuttora intatto solo il campanile, giacché nella frana dell’ottobre del 1963 crollò tutta la copertura, compresa quella del presbiterio e della cappella di San Gaetano.
Dalle magre notizie storiche raccolte risulta che essa fu costruita negli ultimi anni del secolo XVII: la presunta data della sua ultimazione potrebbe essere quella riportata sull’antica campana posta tuttora sul campanile. Infatti, detta campana reca un bassorilievo raffigurante San Nicola e la scritta “Maria-Jesus A.D.1695”. 


La chiesa, di cui sono ancora in piedi i muri perimetrali, la struttura muraria inferiore dell’abside con la nicchia dove era conservata la statua di San Nicola e parte della cappella di San Gaetano, patrono del paese, era a croce greca, lunga 15 metri e larga 6. Essa fu eretta a parrocchia agli inizi dell’Ottocento con il titolo di Arcipretura.
Va, infine, rilevato che di detta chiesa resta ancora, oltre alle pregevoli statue di San Gaetano, San Nicola (mezzobusto), Santa Lucia, la Madonna del Rosario e Santa Teresa del Bambino Gesù, un artistico quadro raffigurante San Nicola in abiti pontificali a firma di un certo Giuseppe Califano. Vi è anche un reliquiario in legno e argento con la reliquia di San Gaetano, che reca l’attestato di Filippo Speranza, vescovo di Capaccio dal 1804 al 1834. Tutti questi oggetti hanno trovato sistemazione nella nuova Chiesa.

Testo di Ferdinando De Luca, immagini a cura di Ezio Martuscelli

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