ISTITUTO SANTA CROCE


ISTITUTO SANTA CROCE

L’opera prima che Giuseppe Cesarino realizzò per Sapri, fu l’istituto Santa Croce, affidato dal 1905 ai sacerdoti e laici “Padri Bigi della Carità” (chiamati “bigi” per il colore del loro saio cupo e grigiastro), appartenenti al terzo ordine francescano fondato dal Padre Lodovico da Casoria, sotto la direzione di frate Candido Martini. 


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L’istituto era inizialmente destinato ad accogliere i bambini poveri e disgraziati di tutte le zone limitrofe, che faceva quindi da scuola, ovvero attività didattica, attività professionale e anche da collegio. Tutto questo, fu svolto per circa un cinquantennio, fino al momento in cui, sviluppatosi il regime fascista, la struttura divenne proprietà del comune di Sapri. 
Una volta terminato il ruolo di collegio tenuto dai padri Bigi, diventò un istituto di scuola media; il primo istituto di Scuola Media Statale presente su tutto il Golfo di Policastro, fino a quando, a partire dagli anni ’60, tramite le leggi regionali, si stabilì che ogni comune, dovesse avere una scuola media di appartenenza. 
Il fabbricato, di un colore tenue, si sviluppa su tre livelli fuori terra; la facciata principale ha un affaccio diretto sul mare, quella posteriore, più ombreggiata e riservata volge la visuale verso il monte. 

INTERNO DELL'ISTITUTO - FOTO D'EPOCA


Per decenni, l’istituto è rimasto funzionante, sino a qualche anno fa, quando la struttura è stata momentaneamente chiusa come scuola, ma si ipotizza sarà riaperta magari in futuro, per farne un museo. 
Molti sono gli studenti che hanno avuto la possibilità di mettere piede, nelle aule, su quelle mattonelle un po’ traballanti e rotte dal tempo, che quasi sicuramente avranno ospitato i fanciulli poveri o, che saranno servite come camere personali dei frati; molti quelli che hanno potuto svolgere attività tecniche e artistiche nel seminterrato piastrellato di bianco sulle pareti, che molto probabilmente i Bigi, utilizzavano come refettorio e come deposito per gli alimenti; una grossa sala sull’ala destra della scuola, veniva utilizzata dai docenti di educazione motoria come “palestra” e che forse i frati, sfruttavano per riunirsi in preghiera o per le attività teatrali svolte dai piccoli studenti quel giardino-orto con struttura di irrigazione, in cui i sacerdoti coltivavano gli ortaggi che poi erano trasportati all’interno dell’istituto, per poterli cucinare. 
Nonostante siano trascorsi molti anni, e molte persone siano cresciute ricordando i bei tempi di “Santa Croce”, qui tutto è rimasto come un tempo; si respira aria di antico già dai due scaloni di accesso, dalla ringhiera che separa l’istituto dalla strada, dalle pareti spesse e fredde, dalle vecchie e cigolanti finestre in legno scuro. Tutto segna il passaggio di diverse generazioni che, grazie al cavalier Cesarino, hanno potuto godere dell’istituto Santa Croce. 


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