CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE E IL CAMPANILE


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La chiesa della Madonna delle Grazie, nell’omonima via del Casale di Sopra, di notevole interesse culturale; risale al secolo XVII. 
La torre campanaria a pianta quadrata, addossata alla chiesa a destra entrando è stata ricostruita in tempi moderni. Essa, in origine, era collocata innanzi all’ingresso e alla base presentava tre archi, disposti uno in posizione frontale e due laterali rispetto al portale di entrata alla chiesa. Quest’architettura permetteva sia il passaggio pedonale sia l’ingresso alla struttura. Tra la fine del secolo XIX e l’inizio del XX per dare spazio alla strada che doveva collegare la stazione ferroviaria con Centola e poi Palinuro, il campanile fu abbattuto e ricostruito a latere della chiesa, dove oggi si trova. 
Interessanti informazioni circa la chiesa di Santa Maria delle Grazie sono riportate nei documenti che testimoniano le visite pastorali effettuate a Foria da rappresentanti ecclesiastici, di rango, per controllare che fossero seguite le regole stabilite dalla diocesi e inventariare quanto presente come patrimonio della parrocchia. Dal trattato di Pietro Ebner si rileva che una prima visita avviene nel 1674. Da ciò si desume che probabilmente la chiesa risalisse a una data di poco antecedente. Nelle successive ispezioni è evidenziato, tra l’altro: il campanile, con tre campane; la statua della Vergine delle Grazie, in cemento e calce e un tabernacolo di legno sull’altare maggiore e una cappella dedicata a Santa Margherita che nel 1716 è assegnata alla famiglia del barone dell’epoca. Nel 1745 questa cappella con statua è di pertinenza della famiglia Alliata, principi di Villafranca, feudatari di Foria. Nelle visite fatte nel 1884 e nel 1902, l’altare in onore di S. Margherita è attribuito alla famiglia Rinaldi di Centola.


L'altare maggiore sovrastato dalla Madonna di Lourdes.


Nella relazione che il parroco, Francesco Galietti, fa al mons. Jacuzio, nel corso dell’ispezione del 1902 si legge che la chiesa risalirebbe al 1775 ma che essa esistesse già nel ‘600, non consacrata.
Dal sopralluogo del 1912 si rileva che il mons. Jacuzio, da San Severino raggiunse Foria in carrozza. Da questo si deduce che la strada rotabile che collegava la stazione ferroviaria con Foria e Centola fosse già percorribile. E’ da presumere che l’abbattimento del campanile e la sua ricostruzione nell’attuale posizione siano avvenuti intorno a quella data. 
La chiesa parrocchiale di Foria si arricchì nel tempo di statue, dipinti, crocefissi in legno pregiato insieme a oggetti liturgici di valore artistico, storico e culturale molti dei quali, purtroppo, furono trafugati, da ignoti, la notte delprimo luglio del 1992. 
Oggi nella chiesa sono conservati ancora importanti e pregevoli manufatti tra cui: l’elegante altare maggiore sovrastato dalla madonna di Lourdes; un artistico crocefisso; il busto ligneo della Madonna delle Grazie, scuolanapoletana, secolo XVIII; la statua di San Nicola di Bari, inizio XX secolo; la statua di Sant’Antonio Abate, fine secolo XVIII;la piccola statua di Maria Assunta, in cartapesta dipinta, probabile scuola napoletana,fine 1700; la scultura lignea policroma diSanta Filomena,secolo XIX, e infine le statue di Sant’ Antonio di Padova, fine del XVIII - inizio XIX secolo e del cristo morto fine secolo XIX, in cartapesta dipinta. 


Il due luglio si tiene, a Foria, la festa in onore della Madonna delle Grazie, Santa Protettrice del paese, con processione, fuochi e banda musicale. San Gerardo è festeggiato, invece, la penultima domenica di agosto.Santa Filomena è celebrata la prima domenica di settembre.
Una fiera, la cui tradizione risale a secoli addietro, si organizza il giorno dell’Epifania. Fino agli anni ‘50 – 60, era nota in tutto il circondario, tra l’altro, per la compra vendita di bestiame (bovini, ovini, suini e pollame).



F. Barra rileva che nel medioevo Foria fu sede dell’importante fiera di Santa Margherita (culto introdotto dai monaci basiliani, probabilmente cristianizzando uno pagano più antico), che perpetuava un’arcaica attività di scambio commerciale. Tra le antiche tradizioni religiose di Foria, rientra il “Gioco dell’uovo” che si svolge il giorno di Pasqua. Esso consiste nel fracassare con una biglia di acciaio un uovo da distanza ragguardevole dopo avere superato vari ostacoli. Al vincente è dato in premio un gallo, da allevare nel pollaio insieme alle galline, quale simbolo di fertilità.


Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli e Nicola Napolitano

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