URBANISTICA DI SAN SEVERINO


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L’antico borgo medioevale di origine longobarda (circa X - XI secolo) è stato costruito sul crinale di uno sperone roccioso a forma di sella con la parete nord - est che si eleva a strapiombo dalla riva destra del fiume Mingardo che sfocia nelle vicinanze dell’Arco Naturale di Palinuro. Dalla riva sinistra si erge il massiccio del monte Bulgheria detto anche “Cellerano”. 
Questo borgo, spopolato da molti decenni, rientra nella categoria dei “paesi totalmente abbandonati distanti dal nuovo centro abitato costruito in seguito (la Nuova San Severino)”.
Le prime abitazioni furono realizzate, senza fondamenta, poggiando direttamente sulla roccia calcarea, in un’area vicina alla torre longobarda e al castello che s’innalzava in cima all’estremità ~ nord – ovest della sella del colle. Quest’insieme abitativo fu denominato “Rione Castello”. In seguito un secondo nucleo abitativo, il vero e proprio “Borgo”, a una quota maggiore, fu costruito sul versante opposto del crinale sviluppandosi intorno al palazzo “Baronale” che fu sede della “Baronia di Sanseverino” della quale furono feudatari i membri della potente famiglia Sanseverino di Marsico. Tra questi spicca Tommaso II Sanseverino(1255circa – 25 settembre 1324)il fondatore della famosa “Certosa di Padula”.
In un’area decentrata verso il Mingardo fu costruita la grande Chiesa intitolata a S. Maria degli Angeli (XIV – XV secolo) chiamata dal popolo la “Cattedrale” per le sue dimensioni inusuali per una piccola comunità.



Il colle fu scelto per la sua ubicazione strategica; dalla sua cima era possibile controllare sia la valle del Mingardo sia le importanti vie che dalla costa di Palinuro e dai suoi approdi (Palinuro Porto e il Porto di Molpa) permettevano di raggiungere le zone all’interno del Cilento.
Tra i due insediamenti, sulla sella del colle, era stata lasciata un’area libera da costruzioni, dove arrivava l’unica via d’accesso al borgo dalla vallata sottostante. Questa via permetteva ai residenti, scendendo verso valle, di arrivare alla riva destra del fiume Mingardo. Inoltre, attraversando uno stretto ponte, i cui resti sono ancora oggi visibili, era possibile pervenire alla riva sinistra e le alle terre di Poderia (casale della baronia di Sanseverino) e di Celle Bulgheria. 
Venendo dalla valle per accedere al borgo si passava attraverso una porta (Portanova) dalla quale si dipartiva una stretta via(Via Portanova) che sfociava nella piazzetta che poi fu intestata a Santa Maria degli Angeli. Su questo slargo nelle vicinanze del Palazzo Baronale, si affacciava lacappella di San Nicola di Mira, completata nel 1731. Questa cappella, crollata nel 1842, ricostruita e ampliata nel 1869, nel 1880, dopo la rovina della “Cattedrale” divenne la nuova chiesa parrocchiale del Borgo intitolata a S. Maria degli Angeli.



Il Palazzo baronale, abitato fino agli anni ’50 del secolo scorso, è nelle vicinanze di questa piazzetta, tra Via Croce e Via Portanova.
Sulla collina rocciosa su cui era stato eretto il borgo, le aree coltivabili erano di fatto inesistenti. Pertanto i contadini, a piedi o a dorso di asini, scendevano la mattina a valle dove si trovavano i terreni da mettere a coltura e quindi risalivano alle loro case al tramonto. Nel Borgo non c’erano sorgenti d’acqua. La fontana era più a valle. L’approvvigionamento d’acqua era fatto tramite recipienti in ceramica (Quarte) trasportati dalle donne in equilibrio sulla testa usando come protezione una “pezza” di stoffa attorcigliata a formare un discoide. 
Nel 1648 il borgo conta 125 abitanti; 215 nel 1809; circa 400 intorno agli anni ‘50 del secolo scorso. Nel 1806 San Severino è frazione del Comune autonomo di Centola. Un insieme di problematiche che si acuirono nel secondo dopoguerra portò allo spopolamento e all’abbandono dell’antico Borgo medioevale. I residenti si trasferirono in nuove abitazioni, realizzate a valle, in un’area dove ebbe origine la “Nuova San Severino”.



Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli

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