IL PORTO E LA GROTTA AZZURRA


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Nel 1932 Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970; Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito, della Repubblica Italiana) famoso poeta italiano e scrittore del ventesimo secolo nella veste d’inviato della Gazzetta del Popolo di Torino, intraprese un viaggio nel sud d’Italia, incluso il Cilento. 

In uno dei reportage, contenuto in una raccolta intitolata "Mezzogiorno", così descrive il porto di Palinuro visto dal mare:

Il porto di Palinuro ha le casette bianche, e l’ultima è rosa: sembrano sulle prime biancheria stesa ad asciugare, e poi blocchetti di gesso.
(…………………………………)
Non ho mai visto acqua di pari trasparenza a quella che scopro avvicinandomi al porto. Vediamo la sabbia del letto come pettinata soavemente, e i nastri delle alghe trasformare in serpenti agitati, la bella capigliatura




In seguito il poeta, nel visitare la Grotta Azzurracosì si esprime:

Entriamo nella grotta e, quando ci siamo un po’ inoltrati, il buio è corroso da un chiarore sotto vetro smerigliato: è l’acqua illuminata di sotto, e rischiara come una luna, e sembra una buccia di celluloide turchina. Con occhio sottomarino, vediamo allora sorgere – e fare capitomboli tra le pareti bluastre della caverna, come nel mezzo dell’interno d’un’uva – dall’acqua, un delfino impietrato: roccia lercia, ma sorprende che in quest’acqua chiusa non ci sia di vivo che questo sasso, della forma dei delfini balzanti nel golfo. E mi torna il Dio Sonno che sparì come uccello, e Palinuro come pesce…. 




Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli

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