IL PONTE MEDIOEVALE DI SAN SEVERINO SUL FIUME MINGARDO

IL PONTE MEDIOEVALE DI San Severino SUL FIUME MINGARDO
Scopri altri punti di interesse in fondo alla pagina
Discover new interesting spots at the end of the page





PREMI IL TASTO PLAY PER ASCOLTARE LA GUIDA


Press play button to listen to the guide


Italiano 🇮🇹



English 🇬🇧 






Nel 2008 Fernando La Greca e Vladimiro Valerio hanno pubblicato un volume con una serie di carte geografiche relative alle terre del “Principato Citra”. Queste mappe sono dette “Aragonesi” essendo state disegnate intorno alla fine del XV secolo, vale a dire proprio in epoca aragonese (1442 – 1503).
Dall’analisi della carta geografica che riguarda il territorio di Centola, Francesco Barra rileva come nella mappa fosse evidenziato <il denso nucleo abitato di «S.to Severino», capoluogo della Baronia, caratterizzato da un poderoso castello (l’unico di tutta la zona ad avere un tale rilievo grafico), che controllava un ponte sul fiume>. Documenti ritrovati dal Barra negli archivi della regia “Camera della Sommaria” confermano l’esistenza di questo ponte sul fiume Mingardo. Nell’atto della Regia Camera del 10 maggio 1575,si fa riferimento a una lettera pervenuta dall’Universitas di San Severino attraverso cui si <fa intendere … che sopra la fiumara che passa dinanzi a essa terra(il fiume Mingardo, n. d. A.) molto tempo ci è stato un ponte de fabricha il quale l’anni passati fu ruinato dalle pietre di detta fiumara con eccessivo danno ad essa povera Università, et periculo de li viandanti, … . Supplica V.S. Ill.ma se degne comandare al regio percettore di detta provincia o chi li piacerà che voglia fare o fare fare lo detto ponte almeno di legname, che per essere restate in piedi le gambe del ponte de fabricha sarrà di poca spesa, …>. Nella lettera si precisa che devono contribuire ai costi di riattivazione del ponte anche le Universitas di Pisciotta, Mandina, Rodio, Cuccaro, Laurito, Roccagloriosa, Rofrano, Policastro, Bosco, San Giovanni e Camerota che ne traggono beneficio. In data 8 novembre 1575 la Regia Camera, chiede all’Universitas di San Severino di quantificare i costi per la sua ricostruzione. Inoltre comunica che le Universitas coinvolte dovranno comparire presso la Regia Camera al fine di determinare le procedure per il rifacimento del ponte cui si riconosce grande utilità.


Lungo il corso del fiume Mingardo, prima dell’inizio della “Gola del Diavolo”, in prossimità del ponte stradale, a destra e a sinistra dell’alveo, si riscontra la presenza di resti in muratura delle estremità di un antico ponte. Questi manufatti, come scrive anche Pasquale Carelli, sono parte del ponte, evidenziato nella mappa aragonese. In particolare essi sono da ricondurre al ponte ricostruito/riparato dopo il 1575, a seguito della richiesta, esaudita, dell’Universitas di San Severino alla regia Camera della Sommaria.
Questa struttura era di grande importanza perché permettendo l’attraversamento del Mingardo rappresentava il punto di confluenza di varie vie tra cui quelle che dalle coste di Palinuro si spingevano fino al Vallo di Diano intersecando l’antica via romana (Via Popilia) che collegava Capua con Reggio Calabria. Lungo questa Via molti furono i ponti costruiti dai romani. Le caratteristiche dei resti del ponte sul Mingardo sembrano, a un esame sommario, ricondursi a quelle di alcuni ponti eretti proprio in epoca romana. 


Testo e immagini a cura di Ezio Martuscelli

Commenti

Post più popolari